1. Parlaci di te.
Mi chiamo Dennis Pellegrini e sono nato il 29 maggio di più di 25 anni fa, in un piccolo paese nel nord del Canton Ticino, che si chiama Faido. Fin da piccolo, mia mamma mi ha fortemente trasmesso l’importanza della preghiera, ma quando avevo terminato tutta la trafila di quelli che a quei tempi mi sembravano dei semplici doveri, ovvero il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima, mi sono allontanato molto dalla fede e dalla Chiesa, perché non mi sembrava possibile che la mia vita avesse potuto realizzarsi seguendo un cammino con Gesù, il quale fino ad allora conoscevo solamente per “sentito dire”. Nonostante ciò, non ho mai abbandonata la preghiera mariana; specialmente quando la sera, prima di andare a dormire, mi rivolgevo a Maria Santissima. Dopo un periodo molto buio vissuto al liceo, di fronte ad un’imminente scelta per il mio futuro, un’importante amicizia mi ha condotto disperatamente a cercare una via di salvezza dove mai avrei effettivamente pensato: a Taizé. Lì, ho vissuto l’abbraccio del Padre Misericordioso che accoglie il figlio ritornato e che gli prepara una festa speciale. Lì, ho conosciuto Gesù nella Sua persona.
Per me la preghiera è stata dunque importantissima. Durante il cammino che ho cominciato in quel paesino della Borgogna, ho potuto vivere altre numerose e profonde esperienze che mi hanno fatto innamorare sempre più di Gesù, in particolar modo attraverso l’incontro con molti bambini poveri in tutto il mondo. Ho avuto infatti l’occasione di visitare due volte l’Uganda e il Madagascar, paese che mi ha particolarmente toccato il cuore. E poi, più importante ancora per me, è stata la realizzazione di un vero e proprio sogno che avevo nel cuore: la scorsa estate sono stato in Siria per visitare alcuni progetti umanitari. Amo profondamente questo paese, e spero di poter continuare a visitarlo costantemente.
Una delle mie più grandi passioni è il calcio, al quale mi sono avvicinato solamente quando avevo otto anni e che poi non ho mai più lasciato. Rivalutando il mio modo di giocare, dopo questi molti anni passati a correre dietro ad un pallone, mi sono accorto che tutta la mia vita e il mio carattere erano messi in campo in ogni allenamento e in ogni partita. Ho potuto quindi scoprire tantissime cose di me all’interno di quest’arte sportiva. Oltre al calcio, mi occupo specialmente dell’animazione dei bambini e dei ragazzi. Collaboro da qualche anno con la Parrocchia del Sacro Cuore di Lugano soprattutto nell’ambito del catechismo e di altre attività per ragazzi. Quest’anno ho anche cominciato ad insegnare religione alle Scuole Medie di Ambrì. Sono ormai all’ultimo anno di Master e sono contento di poter cominciare, attraverso la tesi, a specializzarmi in un ambito che mi sta molto a cuore, ovvero la protezione dei minori, in particolare nell’ambito degli abusi.
2. Come ti sei avvicinato alla Facoltà?
Sono arrivato alla Facoltà in quanto, dopo l’incontro con Gesù, ho cominciato a sentire un profondo desiderio di studiare teologia, specialmente dopo essermi avvicinato alla materia attraverso qualche ricerca e qualche amico che già vi studiava. Mi sono accorto che corrispondeva perfettamente a quello che cercavo per la mia vita e a quello maggiormente corrispondeva alla mia personalità. Così, dopo un lungo periodo di discernimento con il mio padre spirituale, ho preso la decisione di cominciare questi studi.
3. Che ambiente hai trovato alla FTL?
L’ambiente che ho trovato alla Facoltà di Teologia di Lugano non è facile da descrivere con delle parole, perché è semplicemente meraviglioso. Infatti, ho potuto conoscere moltissimi grandi amici e approfondire il rapporto con compagni che già avevo conosciuto fuori dalle mura dell’edificio. La cosa più bella che ho trovato è il sentimento di essere parte di una grande famiglia, in cui ci si può incontrare e sostenere a vicenda. Gli amici che ho trovato qui non usciranno mai dal mio cuore.
4. Come vedi il tuo futuro?
Nella Facoltà mi sento assolutamente nel posto a cui sento di appartenere, in quanto percepisco di aver toccato le corde giuste nel profondo del mio cuore. Il futuro è tutto da scoprire, ma il cammino che sto facendo mi sta piano piano aprendo una direzione proprio verso un lavoro con l’infanzia, per poter cercare e servire Cristo nei bambini bisognosi, perché “tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Mi rendo conto che Dio vuole che io passi da questo studio, anche se non ho ancora capito dove vuole portarmi, ma confido nel Suo Amore paterno che mi condurrà alla scoperta progressiva del mistero della mia vita. Quando ci si sente profondamente amati da un Padre, allora si è disposti anche a rischiare qualcosa, perché voler avere tutto in chiaro significa togliere il gusto alla vita, annullare la sorpresa e il mistero di ogni giorno, rendendo il tutto monotono e poco speciale.
La fotografia che correda questa testimonianza è stata scattata nel luglio del 2021 a Sadad, Siria.
Mi chiamo Dennis Pellegrini e sono nato il 29 maggio di più di 25 anni fa, in un piccolo paese nel nord del Canton Ticino, che si chiama Faido. Fin da piccolo, mia mamma mi ha fortemente trasmesso l’importanza della preghiera, ma quando avevo terminato tutta la trafila di quelli che a quei tempi mi sembravano dei semplici doveri, ovvero il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima, mi sono allontanato molto dalla fede e dalla Chiesa, perché non mi sembrava possibile che la mia vita avesse potuto realizzarsi seguendo un cammino con Gesù, il quale fino ad allora conoscevo solamente per “sentito dire”. Nonostante ciò, non ho mai abbandonata la preghiera mariana; specialmente quando la sera, prima di andare a dormire, mi rivolgevo a Maria Santissima. Dopo un periodo molto buio vissuto al liceo, di fronte ad un’imminente scelta per il mio futuro, un’importante amicizia mi ha condotto disperatamente a cercare una via di salvezza dove mai avrei effettivamente pensato: a Taizé. Lì, ho vissuto l’abbraccio del Padre Misericordioso che accoglie il figlio ritornato e che gli prepara una festa speciale. Lì, ho conosciuto Gesù nella Sua persona.
Per me la preghiera è stata dunque importantissima. Durante il cammino che ho cominciato in quel paesino della Borgogna, ho potuto vivere altre numerose e profonde esperienze che mi hanno fatto innamorare sempre più di Gesù, in particolar modo attraverso l’incontro con molti bambini poveri in tutto il mondo. Ho avuto infatti l’occasione di visitare due volte l’Uganda e il Madagascar, paese che mi ha particolarmente toccato il cuore. E poi, più importante ancora per me, è stata la realizzazione di un vero e proprio sogno che avevo nel cuore: la scorsa estate sono stato in Siria per visitare alcuni progetti umanitari. Amo profondamente questo paese, e spero di poter continuare a visitarlo costantemente.
Una delle mie più grandi passioni è il calcio, al quale mi sono avvicinato solamente quando avevo otto anni e che poi non ho mai più lasciato. Rivalutando il mio modo di giocare, dopo questi molti anni passati a correre dietro ad un pallone, mi sono accorto che tutta la mia vita e il mio carattere erano messi in campo in ogni allenamento e in ogni partita. Ho potuto quindi scoprire tantissime cose di me all’interno di quest’arte sportiva. Oltre al calcio, mi occupo specialmente dell’animazione dei bambini e dei ragazzi. Collaboro da qualche anno con la Parrocchia del Sacro Cuore di Lugano soprattutto nell’ambito del catechismo e di altre attività per ragazzi. Quest’anno ho anche cominciato ad insegnare religione alle Scuole Medie di Ambrì. Sono ormai all’ultimo anno di Master e sono contento di poter cominciare, attraverso la tesi, a specializzarmi in un ambito che mi sta molto a cuore, ovvero la protezione dei minori, in particolare nell’ambito degli abusi.
2. Come ti sei avvicinato alla Facoltà?
Sono arrivato alla Facoltà in quanto, dopo l’incontro con Gesù, ho cominciato a sentire un profondo desiderio di studiare teologia, specialmente dopo essermi avvicinato alla materia attraverso qualche ricerca e qualche amico che già vi studiava. Mi sono accorto che corrispondeva perfettamente a quello che cercavo per la mia vita e a quello maggiormente corrispondeva alla mia personalità. Così, dopo un lungo periodo di discernimento con il mio padre spirituale, ho preso la decisione di cominciare questi studi.
3. Che ambiente hai trovato alla FTL?
L’ambiente che ho trovato alla Facoltà di Teologia di Lugano non è facile da descrivere con delle parole, perché è semplicemente meraviglioso. Infatti, ho potuto conoscere moltissimi grandi amici e approfondire il rapporto con compagni che già avevo conosciuto fuori dalle mura dell’edificio. La cosa più bella che ho trovato è il sentimento di essere parte di una grande famiglia, in cui ci si può incontrare e sostenere a vicenda. Gli amici che ho trovato qui non usciranno mai dal mio cuore.
4. Come vedi il tuo futuro?
Nella Facoltà mi sento assolutamente nel posto a cui sento di appartenere, in quanto percepisco di aver toccato le corde giuste nel profondo del mio cuore. Il futuro è tutto da scoprire, ma il cammino che sto facendo mi sta piano piano aprendo una direzione proprio verso un lavoro con l’infanzia, per poter cercare e servire Cristo nei bambini bisognosi, perché “tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Mi rendo conto che Dio vuole che io passi da questo studio, anche se non ho ancora capito dove vuole portarmi, ma confido nel Suo Amore paterno che mi condurrà alla scoperta progressiva del mistero della mia vita. Quando ci si sente profondamente amati da un Padre, allora si è disposti anche a rischiare qualcosa, perché voler avere tutto in chiaro significa togliere il gusto alla vita, annullare la sorpresa e il mistero di ogni giorno, rendendo il tutto monotono e poco speciale.
La fotografia che correda questa testimonianza è stata scattata nel luglio del 2021 a Sadad, Siria.